Un tour per visitare Vicenza e riscoprire le opere del Palladio
La nuova mostra dedicata a Van Gogh è l’occasione per visitare anche Vicenza, la città di Andrea Palladio, l’architetto che qui progettò la maggior parte delle sue opere nel tardo rinascimento, lasciando un segno inconfondibile. Vicenza e Palladio, un binomio indissolubile, perché l’una, senza l’altro, non esiste e l’altro ha lasciato concentrato in questo territorio, nonostante abbia lavorato anche in altre province, la maggior parte dei suoi capolavori.
E proprio per questa eccezionale concentrazione di opere, Vicenza è stata dichiarata Patrimonio Mondiale dell’UNESCO. Di lui, durante la sua permanenza a Vicenza, Goethe, nei suoi diari di viaggio, scrisse:
«V’è davvero alcunché di divino nei suoi progetti, né meno della forza del grande poeta, che dalla verità e dalla finzione trae una terza realtà, affascinante nella sua fittizia esistenza».
Tale fu la fama del celebre architetto che le famiglie e le istituzioni vicentine sembrarono fare a gara nel ‘500, per affidargli cantieri, tanto da mutare in modo profondo l’aspetto della città, facendola, si potrebbe dire, a sua immagine e somiglianza. E le opere del Palladio diventano riferimenti urbani da un punto all’altro della città, conferendole quella eleganza che oggi la contraddistingue.
A partire dalla Basilica Palladiana che svetta maestosa e imponente in Piazza dei Signori, il salotto della città. A impressionare la vista, la copertura verde acqua che fa da contrasto al bianco delle pareti e delle colonne. All’interno, un grande Salone ospita mostre, come quella in corso su Van Gogh, ed eventi. Sopra i loggiati, invece, si trovano le 23 statue, visibili dal bar La Terrazza della Basilica. Vale la pena salire e magari soffermarsi al tramonto, per godere di un meraviglioso panorama. Da qui, con una passeggiata, si raggiunge il Teatro Olimpico, che oltre a essere il luogo più visitato della città, è il più antico teatro coperto in muratura al mondo. L’opera tra le più suggestive del genio palladiano, è chiaramente ispirata ai teatri romani descritti da Vitruvio. A colpire il visitatore e ancora di più lo spettatore, visto che al Teatro si tengono rassegne di musica e spettacoli classici. La scenografia, in legno e stucco, rappresenta le sette vie della città di Tebe. Fu realizzata, in occasione dell’inaugurazione del Teatro, da Vicenzo Scamozzi per la rappresentazione dell’Edipo re di Sofocle, e poi non fu più rimossa. Un gioco di prospettive e finte profondità che suscita stupore e curiosità.
Nei paraggi c’è anche Palazzo Chiericati. In esso il Palladio sovverte il consueto ordine dei pieni e vuoti, creando la doppia loggia, aperta sotto e chiusa sopra. Dal 1855 ospita il Museo Civico di Vicenza, una delle maggiori raccolte del Veneto, contenente opere del Cinquecento. Poco distante la chiesa di Santa Corona che custodisce al suo interno innumerevoli tesori: “Il Battesimo di Cristo” di Giovanni Bellini, la Cappella Valmarana del Palladio e opere di Paolo Veronese, Giovanni Battista Pittoni e Bartolomeo Montagna.
Una passeggiata lungo Corso Palladio, la principale strada della città che attraversa il centro storico da Porta Castello a piazza Giacomo Matteotti, è il modo migliore per soffermarsi ad ammirare gli splendidi palazzi palladiani da cui è ancheggiata: il Palazzo Pojana, il Palazzo Porto – Breganze, il Palazzo Thiene Bonin Longare con massicce mezze colonne corinzie, e ancora il rinascimentale Palazzo Capra, così come i gotici Palazzo Thiene e Palazzo Braschi. Non si può passare per Vicenza senza fermarsi a bere uno spritz. Non mancano certo i bar e le osterie dove assaggiare la ricetta tradizionale, con prosecco e Aperol, o anche qualche esperimento a base di Campari, Cynar o Select. Ed è proprio all’ora dell’aperitivo che la città è più viva e vivace: piazzette e stradine si riempiono di giovani e meno giovani che si ritrovano davanti a un buon bicchiere. A piazza delle Erbe, oggi in via di riqualificazione, c’è un locale storico, si chiama “Il Grottino”.
È il posto giusto per chi ama lo spritz. Vale la pena uscire appena dal centro urbano per raggiungere l’inizio della Riviera Berica, in posizione leggermente collinare. Il percorso, a piedi, offre la possibilità di attraversare uno degli angoli più romantici e suggestivi di Vicenza: il Ponte di San Michele, costruito tra il 1621 e il 1623, sotto cui scorre il fiume Retrone. Alla fine di questa passeggiata si raggiunge la più celebre tra le ville del Palladio, simbolo stesso della sua architettura: Villa Almerico Capra, detta “La Rotonda”.
Nei secoli è stata visitata da poeti e artisti, uomini di stato, studiosi e amanti dell’arte, viaggiatori e turisti. A tutti La Rotonda ha lasciato un’emozione indimenticabile. Le proporzioni perfette, i dettagli misurati, la pianta simmetrica, le colonne tornite: tutto contribuisce a fare della Rotonda un’opera di straordinaria bellezza.
“Forse mai l’arte architettonica ha raggiunto un tal grado di magnificenza”
– queste le parole usate da J. W. Goethe per descriverla. Poco distante da qui si trova la Villa Valmarana ai Nani. All’interno sono custoditi i magnifici affreschi con cui Giovanni Battista Tiepolo e suo figlio Giandomenico adornarono la casa principale e quella degli ospiti. Salendo, si raggiunge il Santuario della Madonna di Monte Iberico. Nel refettorio si può ammirare la “Festa di San Gregorio Magno” del Veronese. Dalla terrazza esterna della basilica invece, si può godere di una magnifica vista di Vicenza e delle colline circostanti.
Di Ilaria Proietti
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