Un tratto d’Abruzzo dai trabocchi alle vette della Majella
Le Terre del Sangro Aventino occupano un lembo d’Abruzzo della provincia di Chieti in una fascia territoriale che include litorali selvaggi, vallate e colline che si inerpicano fino alle impervie pendici del versante orientale del Parco Nazionale della Majella. Deve il suo nome ai due corsi fluviali che lo attraversano.
Il litorale adriatico cambia volto quando le spiagge basse e sabbiose cedono il posto al mare punteggiato dai trabocchi. Quest’ultimi potrebbero essere definiti come l’elemento di transizione tra due mondi e due culture, una sovrapposizione che è congiunzione, senza diventare fusione; terra e mare si incontrano per divenire un’unica e nuova identità.
Il trabocco, per dirla con Gabriele D’Annunzio – che a San Vito Chietino ambientò il suo celebre romanzo “Il Trionfo della Morte” – è “una strana macchina da pesca, tutta composta di tavole e di travi, simile a un ragno colossale”. Quella dei trabocchi, però, è una tradizione contadina, oltre che marinara; gli agricoltori, intimoriti dal mare e incapaci di affrontarlo, hanno ideato questi marchingegni proprio per riuscire a pescare rimanendo ancorati alla terra.
I trabocchi iniziano così a spuntare sulla costa meridionale d’Abruzzo, avvicinando l’entroterra al litorale. La terra si spinge sul mare attraverso la sottile passerella di assi flessibili; il mare, dal canto suo, scopre la terra piantandovi le sue radici.
I trabocchi raccontano la propensione di una intera popolazione a slanciarsi verso l’altro per riscoprire, ritrovare, reinventare i valori radicati nel territorio. Sono testimonianza di una realtà che è riuscita a vincere la forza del mare e del tempo e a scommettere sul futuro. Siamo tra Ortona e Torino di Sangro, in un paesaggio frastagliato e incontaminato contraddistinto da una florida vegetazione, da sinuose colline che lentamente digradano verso il mare. Verso Rocca San Giovanni, la riviera si colora d’arancio, con distese di aranceti sospesi sul mare e variopinti banchetti allestiti ai bordi della strada. I sapori del pescato locale sono alla base della gastronomia costiera, ma sono contemplati anche piatti della tradizione contadina come le pallotte cacio e ovo e i cellipièni. Anche Slow Food celebra queste specialità con la manifestazione biennale “Cala Lenta”, traendo il titolo e ispirazione proprio dal quel lento movimento con cui la rete del trabocco scende in mare.
Non distante dalla costa sorge la città di Lanciano, città ricca d’arte, storia e cultura, ma anche capace, nel tempo, di rispondere alle diverse esigenze d’espansione che hanno trasformato il piccolo centro, in una cittadina commerciale di ampio respiro, elegante e punto di riferimento per tutto il territorio. Le vie dei quartieri storici ci portano alla scoperta di alcune gemme conservate gelosamente: chiese antiche, mura e porte medievali, palazzi autorevoli, musei e luoghi dove la storia, ha lasciato il segno. Una città che custodisce dall’VIII sec. il primo Miracolo Eucaristico, conservato oggi nel santuario di San Francesco. Nel corso dei secoli, la posizione strategica di Lanciano, ha reso la città centro di scambi mercantili con un’importante fiera che ha raggiunto il suo splendore nel ‘500. A celebrare questo florido passato sono le feste di settembre che si svolgono ogni anno a fine estate.
Il fiume Sangro che attraversa l’omonima vallata, identifica una terra ricca di millenarie testimonianze archeologiche, storiche e culturali, di bellezze naturalistiche e ambientali, di produzioni artigianali artistiche ed enogastronomiche. Qui è possibile visitare le riserve naturali regionali Cascate del Rio Verde, l’Abetina di Rosello e la Riserva Naturale del lago di Serranella. La conformazione ambientale, ha determinato lo sviluppo di diversi borghi fortificati, in particolare, Roccascalegna con il suo imponente Castello Medievale. Non mancano testimonianze archeologiche come quella del Monte Pallano, dove gli scavi hanno riportato alla luce reperti risalenti al Neolitico.L’enogastronomia contempla la norcineria, il formaggio, il miele, l’olio e i celebri bocconotti, dolci tipici di Castel Frentano.
A nord della Val di Sangro inzia il territorio della Majella Orientale, terra che è stata storicamente rifugio di eremiti e pastori, contraddistinta da un ambiente primordiale, da paesaggi isolati di struggente bellezza, dominati da una natura mistica e incontaminata. Diversi gli eremi da visitare, come la Madonna dell’Altare a Palena (in cui soggiorno il futuro Papa Celestino V), o la Grotta Sant’Angelo a Palombaro. All’imbocco del Vallone di Fara San Martino, si può ammirare l’Abbazia benedettina di San Martino in Valle, a Taranta Peligna le Grotte del Cavallone, risultato di fenomeni carsici. Tra le tappe d’interesse archeologico Juvanum a Montenerodomo, con i ruderi dell’antica città italico-romana. Anche i borghi, arroccati su splendide alture, sono perle da scoprire, come Casoli, Pizzoferrato o Fara San Martino dove, le Sorgenti del Verde sono divenute simbolo di quella che oggi è considerata una capitale della pasta.
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