La nuova identità di Marsiglia
Multiculturale da sempre, mediterranea per vocazione, Marsiglia si distingue per gli odori speziati e per i sapori nord africani in salsa d’Oltralpe. Mood multietnico non solo nel Panier, quartiere poverissimo un tempo, ora trendy e fascinoso e ancora autentico, ma anche nella zona dietro rue Canebière, la Champs Elysées marsigliese che taglia la città. Sono le stradine intorno a Rue des Capucines ad essere animate da donne col chador tra le bancarelle di frutta e verdura e le botteghe di tessuti e di spezie.
Genovesi, napoletani, corsi, curdi, armeni, magrebini sono arrivati un po’ tutti, dando alla città un’identità fusion ed esotica, global e local al tempo stesso, sicuramente molto cosmopolita. Le lingue e i segni si mescolano in un melting pot amplificato dall’essere città portuale e capitale europea della cultura 2013 e ne sanciscono il ruolo di una delle più affascinanti capitali del Mediterraneo. Quasi mille appuntamenti tra mostre, spettacoli, incontri. E oltre l’effimero, il varo di innumerevoli nuove architetture firmate dai più grandi progettisti.
Al di là del suggestivo Vieux Port, appena ristrutturato e pedonalizzato, vera piazza sull’acqua voluta dall’architetto Norman Foster, interi pezzi di città dimenticati, esclusi finora dal contesto urbano, recuperati a nuove funzioni, delineano un altro paesaggio urbano e fanno dell’intera area portuale e industriale uno degli scenari cittadini più spettacolari. E’ proprio scendendo dal Panier, senza perdere una sosta nello splendido palazzo seicentesco della Vieille Charité e dopo aver girovagato tra vicoli coi panni stesi, scalinate e piazzette fuori dal tempo, tra piccole botteghe di saponi, gallerie d’arte e caffè dall’aria vecchiotta, eppure molto branché, la vista si apre sull’ampio spaccato euromediterraneo.
Quasi 500 ettari e investimenti colossali che rimodellano il fronte mare prima dominato esclusivamente dalla cattedrale e da dove ora parte una lunga, scenografica passeggiata sopra i moli. Vecchi silos riconvertiti in spazi culturali e sale concerto, antichi magazzini trasformati in un’area commerciale e i docks in abitazioni.
Cuore della Cité de la Mediterranée è il MuCem, Museo della Civiltà d’Europa e del Mediterraneo una trama in vetro e cemento, firmato dall’architetto Ricciotti. Poco più in là, come sospeso sull’acqua, il Cerem, Centro Regionale del Mediterraneo, di Stefano Boeri. In lontananza si avvistano le torri, alte più di 100 metri, di Jean Nouvel, uffici e residenze di lusso. A dominare però lo skyline marsigliese è Zaha Hadid con la torre più elevata, quella con gli uffici di una compagnia marittima. Massimiliano Fuksas firma, invece, l’Euromed Center, dalle forme fluide, quasi scultoree, uno spazio destinato all’entertainment pensato con Luc Besson.
Marsiglia, con i suoi 300 giorni l’anno di sole, ti incanta con la sua luce abbagliante. Ma se solo ci si spinge all’interno, al riparo dal mistral, tra edifici un po’ délabrée, ristoranti etnici o neo bistrot di cucina mediterranea rivisitata, si scopre un’altra Marsiglia, dal fascino sottile, appena un po’ malinconico e struggente. Quartieri cool e bohémien come intorno a Cours Julien fitto di locali alternativi, librerie underground, designers emergenti. Da Oogie ci si ferma per un aperitivo o una cena ma all’interno c’è anche un coiffeur di tendenza, una boutique, un negozio di dvd. Nelle stradine, murales lungo i muri, mercatini di bric à brac nel week end. Le gallerie antiquarie importanti le troverete invece concentrate nel quartiere intorno a Rue Rostand, all’atmosfera austera ed elegante. Chi ama lo shopping à la page non perda Rue de la Tour, non lontano dall’Opéra, detta anche Rue de la Mode per i tanti atelier dei nuovi stilisti indipendenti, mentre le grandi firme sono nell’area di rue de Paradis non distante dal Porto Vecchio, dove tornare verso sera per godersi uno spettacolare tramonto infuocato sorseggiando un Pastis come aperitivo.
Di Laura Ruggieri
© Riproduzione riservata.