Renzo Piano da Atene alla Triennale di Milano
Il Centro Culturale Stavros Niarchos di Atene progettato da Renzo Piano e inaugurato lo scroso giugno è ora in mostra a Milano.
Fino al 6 novembre è possibile visitare alla Triennale di Milano la mostra multimediale BEYOND. Delivering the future for the past 110 years.
La mostra ripercorre la strada che ha portato l’azienda italiana Salini Impregilo a divenire un gruppo mondiale, leader nel segmento acqua e presente in più di 50 paesi in 5 continenti, con oltre 35 mila dipendenti di 100 nazionalità diverse e un fatturato superiore a 6 miliardi di euro.
Un viaggio che racconta il progresso dell’ingegneria e della tecnica nell’ultimo secolo, con uno sguardo proiettato al futuro.
I visitatori potranno ammirare in particolare l’ultima realizzazione della società romana, guidata dall’amministratore delegato Pietro Salini: il Centro Culturale Stavros Niarchos di Atene, una delle più grandi strutture in Europa dedicata alle performing arts, progettata dall’architetto Renzo Piano e inaugurata pochi mesi fa.
Il gruppo Salini Impregilo ha guidato una joint venture, di cui ha fatto parte la società greca Terna, per trasformare il sogno visionario di Piano in un centro unico al mondo, che domina il quartiere di Kallithea, di fronte al mare e a quello che un tempo era il porto di Falero.
Dove prima sorgeva un ippodromo e poi un grande parcheggio per le Olimpiadi, su un’area di 232 mila metri quadri sorgono oggi gli edifici che ospitano l’Opera Nazionale Greca (33 mila mq e 1400 posti a sedere), la Biblioteca Nazionale (24 mila metri quadri e circa 2 milioni di volumi) e un Parco, realizzato sopra una collina artificiale e con una superficie di 170 mila metri quadri.
Il Canopy
Il Canopy, il tetto che sovrasta la struttura con una superficie di 10 mila mq e 4 mila tonnellate di peso è il vero capolavoro ingegneristico dell’opera.
Per realizzarlo Salini Impregilo ha seguito le specifiche di Renzo Piano, che aveva disegnato una specie di guscio capace di oscillare sotto le sollecitazioni del vento e delle variazioni atmosferiche.
Un’enorme superficie ottenuta assemblando 720 pannelli di ferrocemento di una dimensione di circa 7 metri per 3,5 ciascuno.
Ogni pannello è dotato di una curvatura particolare che lo rende unico e quindi posizionabile solo in un determinato punto del tetto. La superficie superiore del Canopy è coperta di pannelli fotovoltaici che permettono al Centro di essere energeticamente indipendente.
Una copertura che per dimensioni e complessità statica è da considerare un unicum, mai realizzato, ad oggi, nel mondo.
Il parco
Il parco di 170 mila mq che accoglie il Centro culturale conta 1500 alberi e 200 mila arbusti. Ci sono voluti 80 viaggi in giro per l’Europa con 70 tecnici esperti per la selezione delle piante.
I platani, per esempio, sono arrivati dall’Olanda, i pini dalla Maremma, gli ulivi dalla Grecia, i cespugli dalla Puglia e così via.
Il parco, progettato dall’esperta newyorchese Deborah Nevins, sale gradualmente lunga la collina artificiale che conduce ai piedi del Canopy e sovrasta gli edifici che ospitano l’Opera e la Biblioteca Nazionale.
La sostenibilità e il valore della bellezza per Renzo Piano
Il centro culturale della fondazione dell’armatore greco Stavros Niarchos, costato 596 milioni di euro, rispetta i più stringenti criteri di sostenibilità ambientale.
Ha ottenuto infatti la certificazione Platinum, il rating più elevato previsto dal LEED (l’agenzia di valutazione più prestigiosa al mondo nel settore delle costruzioni) e si è aggiudicato il 2016 Global Best Project Award nella categoria cultural/worship assegnato da Engineering News Record.
L’opera, secondo la rivista americana, si è imposta per la sua eccellenza progettuale e realizzativa tra 23 progetti di 15 paesi diversi.
La struttura è stata progettata sulla base delle più avanzate tecniche antisismiche.
“Un centro culturale di questo genere è uno sguardo sul mondo” ha commentato Renzo Piano aggiungendo: “A 30 metri di altezza si riscopre tutta Atene guardando verso nord e tutto il mare guardando verso sud”.
Poi spiegando il valore artistico dell’opera, ha aggiunto: “La musica è una delle dimensioni di quest’opera. La musica rappresenta la bellezza. E la bellezza ha un valore assoluto nella nostra società”.
Nei giorni scorsi lo studio dell’architetto italiano ha chiesto la collaborazione dell’azienda De Padova per arredare l’interno del centro culturale con realizzazioni personalizzate e per alcuni elementi di collezione, principalmente a firma Vico Magistretti.
A cura di Emilio Moretti
Foto di Moreno Maggi
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