Carnevale, a Venezia il ballo più sontuoso, raffinato ed esclusivo al mondo
La magia dura una sola notte, ma il ricordo rimarrà per sempre. Dimenticate le parate, i balli in maschera e le serate in costume storico. Il Ballo del Doge è tutt’altro, ed è molto di più.
Ogni anno, a Palazzo Pisani Moretta, si celebra la festa di carnevale eletta dalla critica internazionale come «la più sontuosa, raffinata ed esclusiva al mondo».
Una notte magica in cui tutto può succedere, una parentesi di sogno che per qualche ora appena permette di chiudere la realtà all’esterno. Abbandonandosi ad un mondo altro fatto di bellezza e trasgressione.
Il dress code prevede tassativamente abiti d’epoca e a palazzo si arriva solo in gondola, direttamente dal mare.
Uno squillo di tromba, man mano che arrivano, accoglie gli ospiti avvolti da sete preziose, perline, ricchi velluti e pizzi macramè. L’evento è un happening mondano frequentato dal jet set internazionale, ma la parola d’ordine è riservatezza. Nessuno, se non l’organizzazione, sa esattamente chi siano gli ospiti della festa.
Ma le voci corrono e si dice che spesso, celati dietro le maschere, si nascondano alcuni tra gli uomini e le donne più influenti al mondo.
Calati nei panni di re e regine d’altri tempi, indossano calzari antichi e vistose parrucche bianchissime, nel più puro stile veneziano. Arrivano a Palazzo avvolti in lunghi mantelli che bastano appena a nascondere il fasto degli abiti. Bastano pochi passi per lasciarsi alle spalle il buio e la calma della notte, poi giunti alla soglia del palazzo la visione è caleidoscopica.
Si alternano, come in un teatro, Arlecchini e Pulcinella, giochi di luce e di fuoco, inchini galanti, giocolieri e cerimonieri. E, una volta entrati, rimane spazio solamente per lo stupore, l’emozione, l’incanto nei confronti di un mondo che affascina e stordisce.
“The Magnificent Ephemeral In praise of Dream, Folly and Sin” è il tema della XXVI edizione del Ballo, che andrà in scena sabato 2 marzo 2019.
Il titolo è un invito a concedersi all’effimero, epurato dalla sua accezione negativa di breve durata, per viverlo come un dono preziosissimo e inteso. E in quella parentesi fugace osare, elogiando la bellezza del Sogno, della Follia e del Peccato. La serata prevede musica, spettacoli e cena placée con menu stellato e brindisi a coppe di champagne.
«Le cose effimere ci ricordano che siamo vivi, che abbiamo bisogno di bellezza, leggerezza e un pizzico di follia per riempire la nostra vita di esperienze indimenticabili». Sono le parole di Antonia Sautter, che di questo evento è l’ideatrice, la sceneggiatrice e l’impareggiabile regista. Da ventisei anni a questa parte, Sautter cura tutta l’organizzazione del ballo: sua è la direzione artistica, suoi sono i costumi, sue anche le raffinatissime mise en place, curate come tutto in ogni minimo dettaglio.
Una curiosità: il Ballo del Doge è nato nel 1993, quando Terry Jones dei Monthy Python, entrò per la prima volta nel negozio di maschere di Antonia Sautter. Stava scrivendo un programma sulla Quarta Crociata, per la BBC, e aveva già le idee chiare sul momento clou: una grande festa in cui si sarebbero incontrati il Doge Enrico Dandolo, cavalieri e cortigiane. Quasi per caso, lei si ritrovò a fargli da consulente, e il risultato, come si può immaginare, fu un trionfo. Da allora Il Ballo del Doge è diventato una tradizione ad ora mai interrotta.
Indirizzario web:
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