Vino storico: il Carmignano Docg di Artimino, la tenuta che fu dei Medici
Il Carmignano Docg è un vino storico da scoprire in tutte le sue peculiarità. Vale una visita nella tenuta Artimino con la sua villa dai 100 camini, patrimonio dell’Unesco, dove si pratica l’agricoltura sostenibile.
Il vino storico che appassionò Maria de’ Medici
Un ciclista pluridecorato, anche ai mondiali del ’30, che a un certo punto si scopre una vis imprenditoriale. Gli affari dell’azienda di caucciù in Liguria che vanno a gonfie vele e la tentazione, forse più grande di lui, di cogliere al volo l’affare dell’acquisto di una villa in Toscana. Erano gli anni della Seconda Guerra, quando Giuseppe Olmo acquista Artimino, la villa medicea coi vigneti che ancora parlano di potere e nobiltà. Dal ‘500 si coltiva il Carmignano, la docg dall’accento francese grazie al cabernet franc, un vitigno importato in Toscana da Maria de’ Medici, regina di Francia.
La storia di questa antica tenuta la raccontano oggi i nipoti di Giuseppe Olmo, Annabella Pascale e Francesco Spotorno. Sono loro a mandare avanti un’azienda dove vitigni e storia fanno da volano a una lussuosa ospitalità.
La villa dai 100 camini patrimonio Unesco
“Dopo faremo un giro in jeep lungo la tenuta – esordisce Annabella, ma prima le mostro la villa, ora patrimonio Unesco, coi suoi saloni e i famosi 100 camini”. In realtà sono 50, ognuno con un comignolo diverso secondo il vezzo del Buontalenti che della costruzione, pensata per il sollazzo della dinastia, fu il progettista. Annabella fa strada salendo la monumentale scalinata in pietra serena. Da lassù puoi spingere lo sguardo nel borgo ancora abitato da 50 anime, scorgere due laghetti e abbracciare l’intera città di Firenze. Trenta chilometri in linea d’aria. I vigneti laggiù, divisi per vitigni, sembrano dipinti.
Viticoltura sostenibile
Per familiarizzare con le barbatelle, si fa complice il safari con il fuoristrada dell’agronomo Alessandro Matteoli. Si comincia dall’orto, rassicurante bottino di Michaela Bottasso, chef del ristorante di Villa Artimino (“Biagio Pignatta cucina e vino”). La Tenuta di Artimino, 700 ettari, produce “in casa” i suoi vini, grazie a 80 ettari di vigneto generoso di uve pregiate: Sangiovese, Cabernet Sauvignon, Merlot, Syrah e Malvasia. Alessandro Matteoli, figura chiave nella coltivazione dei vigneti, punta sull’agricoltura sostenibile. “Il vino – dice – si fa prima di tutto in vigna, intervenendo il meno possibile nel vigneto, senza diserbo chimico per dare qualità e voce al territorio e alle sue caratteristiche e vinificando separatamente. Sono scelte tecniche, di produzione e prima ancora etiche”.
Carmignano Docg, una denominazione antichissima
L’altro pilastro dell’azienda è l’enologo Filippo Paoletti. Il suo credo è seguire la tradizione per valorizzare ogni uva, i suoi profumi, le sue caratteristiche e accompagnare il vino verso la maturità, aiutandolo a raccontare la sua tipicità. Siamo nell’area di produzione del “Carmignano Docg”, denominazione antichissima già celebrata dai Medici e prima eccellenza prodotta nella Tenuta insieme al “Chianti Montalbano Docg”.
Il “Carmignano Docg” è uno dei meno conosciuti nel bouquet dei grandi vini toscani e una delle Docg italiane più piccole, con una decina di produttori e un numero esiguo di bottiglie in commercio. Un vino ancora tutto da scoprire nella sua peculiarità, nonostante nei secoli abbia estasiato palati illustri; si trovano tracce del Carmignano in documenti del 1396. Il blend del Carmignano prevede il Cabernet Sauvignon (o Cabernet Franc) accanto al Sangiovese. Il vino Chianti della Tenuta di Artimino è un blend di Sangiovese, Colorino e Canaiolo, un vino rosso con note di frutti rossi e viola mammola.
Nelle cantine della Tenuta nascono i vini della pregiata linea Artimino 1596 (anno che segna l’inizio dei lavori di costruzione della Villa Medicea La Ferdinanda) Carmignano Docg. Come il “Grumarello”, un tassello della storia della tenuta, e il “Poggilarca”, che prende il nome da un poggio assolato di Artimino. E ancora il “Barco reale di Carmignano” che si declina nel rosso “Ser Biagio”, fido uomo di Ferdinando e nel rosato “Vin Ruspo”, in memoria della tradizione. Senza dimenticare il Chianti Docg “Chianti di Montalbano Docg”.
di Loredana Ficicchia
Approfondimenti:
Per informazioni sulla Tenuta di Artimino, consulta il sito.
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