San Michele Appiano, 114 anni di storia e vini da sogno

di Redazione Ville&Casali

San Michele Appiano, 114 anni di storia e vini da sogno
La Cantina San Michele Appiano

Dal 1977 guida la cooperativa vinicola altoatesina Hans Terzer, uno dei migliori dieci winemaker al mondo

I protagonisti del successo sono i 330 soci viticoltori che fanno parte della Cantina San Michele Appiano, guidati dal winemaker Hans Terzer dal 1977, uno dei pionieri della cultura del vino bianco altoatesino, che combina nel suo lavoro le tecniche più moderne con metodi tradizionali. Nei suoi 114 anni di attività la Cantina San Michele Appiano ha superato due guerre mondiali e l’attuale pandemia grazie al suo sistema cooperativo, che ha garantito una situazione di commercializzazione stabile, senza speculazioni e solida presenza nei mercati esteri di quasi 40 paesi. La Cantina San Michele Appiano domina la Strada del Vino dell’Alto Adige con le sue due imponenti torri angolari. Qui maturano vini di fama mondiale e pluripremiati. Non a caso la guida italiana “I Vini d’Italia” del Gambero Rosso l’ha nominata “Cantina Cooperativa dell’Anno 2021”, titolo già concessole 20 anni orsono, quando anche Hans Terzer venne eletto come uno dei top ten winemaker del mondo. I suoi vini, infatti, vincono regolarmente premi nazionali e internazionali. Come il Sauvignon Sanct Valentin, ad esempio, da 18 anni insignito dei “tre bicchieri” del Gambero Rosso.

La linea di punta Sanct Valentin, nata nel 1986 da vigneti scelti dalle zone più vocate con una produzione limitata è basata su una selezione accurata delle migliori uve e una lavorazione individuale. Acciaio, dunque, per i vini aromatici (Sauvignon e Gewürztraminer) fermentazione ed affinamento in barrique/tonneau per i vini rimanenti (Pinot Bianco, Pinot Grigio, Chardonnay, Pinot Nero, Lagrein, Cabernet e Merlot). Non solo: la barricaia è una delle più belle ed affascinanti di tutto l’Alto Adige. Il successo della Cantina San Michele Appiano inizia con scelte rigorose e rivoluzionarie che in un primo momento contrastano le abitudini dei piccoli contadini, ma che presto si rivelano azzeccate. Vale a dire, convincerli che una produzione più contenuta avrebbe garantito maggiore qualità e maggiore ricompenso economico per ciascuno. Durante le sue visite periodiche nei vigneti, già anni fa Terzer notò che tra questi c’erano singole viti con pochi grappoli che fornivano uve eccellenti. E’ riuscito così a produrre dal 2010 un vino del tutto nuovo e strepitoso, l’Appius, un’edizione limitata a 6000 bottiglie l’anno.

Articolo pubblicato su Ville&Casali giugno 2021

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