Week end in Umbria alla scoperta del Sagrantino
“Se bevi solo acqua non potrai mai produrre cose belle”, scriveva nel V° secolo a.C. Cratino, uno dei maggiori scrittori greci, nella commedia intitolata, significativamente, Damigiana.
Una fortuna che di cose belle e aggiungiamo buone, enologicamente parlando, l’Italia ne realizzi davvero tante. La scelta vincente a livello internazionale è stata quella di puntare sulla qualità e, in particolare, di migliorare e nobilitare i nostri 350 vitigni autoctoni (un primato unico, cui si aggiunge dal 2015 quello di essere diventati i maggiori produttori al mondo, con quasi 49 milioni di ettolitri).
Vitigni espressione di un territorio, della sua cultura e delle tradizioni e ognuno con una storia da raccontare, come quella del Sagrantino di Montefalco, da anni ai vertici dell’arte vinicola italiana.
La DOC del 1979 e la DOCG del 1992 ne limitano la produzione alle colline fra i comuni di Montefalco, Bevagna, Castel Ritaldi, Giano dell’Umbria e Gualdo Cattaneo.
Week end in Umbria sulla strada del Sagrantino
Un rosso straordinario dai riflessi granata, con sentori di more e prugna uniti al vanigliato, frutto dei lunghi invecchiamenti in legno.
La considerevole presenza di polifenoli e tannini gli conferisce possente struttura e gusto vellutato consentendo lunghi invecchiamenti.
Vino impegnativo per i produttori, visto che il disciplinare del Sagrantino impone la produzione in purezza, con una maturazione di 37 mesi, di cui almeno 12 in botti di rovere e un ulteriore affinamento in bottiglia non inferiore ai quattro mesi.
Così quest’anno, in febbraio, ha debuttato il Sagrantino 2012 accolto da ottimi giudizi.
Prodotto a lungo solo nella tipologia Passito, ancora oggi presente e degna di degustazione. Re delle diverse tipologie, elaborate in una zona a forte vocazione vitivinicola già in epoca romana, il Sagrantino pare sia approdato a Montefalco nel XIV secolo, portato dall’Asia minore da Frati Francescani.
Oggetto di sinergia fra il Consorzio di Tutela Sagrantino e Montefalco rosso DOC, attivo dal 1981, e di cui fanno parte 57 Cantine e la Strada del Sagrantino nata con l’intento di promuovere il vino e il territorio fra cantine, luoghi d’arte, artigiani, strutture di ospitalità.
Ben 27, infatti, sono i sentieri che si dipanano fra vigneti, borghi e aziende produttrici.
La recente Manifestazione Enologica 2016, in settembre, ha proposto visite alle cantine e al territorio, degustazioni guidate, incontri, dislocati nei luoghi più significativi di Montefalco.
Dal complesso di S.Agostino al trecentesco Palazzo del Comune, alla Chiesa-Museo di San Francesco. Uno scrigno di capolavori: dall’ampio ciclo di affreschi di Benozzo Gozzoli e Perugino alla Pinacoteca, includendo le sottostanti Cantine dei Frati, con le sale di pigiatura e i torchi secolari.
Di fronte, la storica Tessitura Pardi testimonia la tradizione artigiana realizzando meraviglie in lino ispirate ai classici disegni rinascimentali. Appena fuori dal cerchio delle mura turrite ecco le cantine.
Sosta d’obbligo da Arnaldo Caprai. Dall’Azienda, condotta dal 1988 da Marco Caprai è partita l’affermazione internazionale del Sagrantino grazie ad acquisizioni e impianti di vigneti, ricerca e sperimentazioni costanti e un’innovazione amica dell’ambiente. Tanto da ricevere i premi Ecofriendly e Ecomondo per lo Sviluppo sostenibile nel 2013.
Altri riconoscimenti: dai Tre Bicchieri del Gambero Rosso all’ European Winery of The Year per Wine Enthusiast e il Sagrantino 25 anni, prodotto d’eccellenza della Cantina che si è aggiudicato 97 punti su 100 secondo Robert Parker, guru dell’enologia mondiale.
Fioccano le gratificazioni anche per la Cantina Antonelli.
“Abbiamo privilegiato le basse rese, optando per la qualità”, sottolinea Filippo Antonelli.
“Invecchiamenti prolungati compresi i quindici mesi in botti da 250 litri e da uno a due anni in bottiglia”.
Il risultato: 89 punti secondo Wine Spectator, e la Medaglia d’oro nel 2013 a Bruxelles.
La Cantina Antonelli propone visite alle cantine abbinate a degustazioni vino-cibo e corsi di cucina.
Non poteva mancare Lungarotti, la voce vinicola dell’Umbria.
“Da Torgiano a Montefalco il passo è breve, anche affettivamente”, dice Chiara Lungarotti. “Le nostre radici sono qui e abbiamo preferito investire nella regione”
L’eleganza, una costante della filosofia Lungarotti, la ritroviamo nella villa, centro aziendale e luogo di eventi e incontri nel Sagrantino DOCG prodotto dall’azienda.
Dopo la maturazione in barrique per un anno e ben tre anni in bottiglia, al gusto appare morbido, intenso e vellutato. Perfetto per carni rosse, maiale, cacciagione e formaggi piccanti.
Vino di forte personalità “Il Sagrantino di Montefalco, prodotto al 100 % con il vitigno autoctono è espressione di un territorio irripetibile. Noi produttori dobbiamo ricordare che quando vendiamo il nostro vino non proponiamo solo il contenuto di una bottiglia ma la storia, la cultura, i luoghi che quel vino rappresenta,” sottolinea Guido Guardigli, presidente della Strada del Sagrantino e proprietario della Cantina Perticaia.
“ Ormai ci sono vigneti ovunque nel mondo e posso acquistare uno Chardonnay prodotto in California o un Syrah in Israele ma se voglio un Nebbiolo, un Nero d’Avola o proprio un Sagrantino non ci sono alternative. Dobbiamo con dare sulle nostre tipicità e proporre prodotti di fascia medio- alta. Inutile confrontarsi con paesi emergenti che producono a basso costo vini mediocri. Noi vendiamo il sogno. Costa di più, ma ne vale la pena e anche i compratori lo capiscono”.
A cura di Picci Manzari
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