Bianco in stile British per la Burg House

di Redazione Ville&Casali

Bianco British ad Hampstead

Siamo a Hampstead, nella parte nord di Londra, e questo vuol dire tante cose. Socialismo allo champagne, ovvero quel Liberalism abbiente parodiato in modo irresistibile da Peter Simple nel personaggio di Lady Dutt – Pauker.

Bianco British ad HampsteadE poi, Green Suburb, belle ville, ampi giardini, laghetti romantici. Henry Moore e Ben Nicholson hanno vissuto qui. E ancora, Lord Byron e Agatha Christie, Richard Burton, Peter O’Toole, Russell Crowe, Boy George e tanti altri. Una zona chiamata dai locali Hampstead Village a ricordare che è uno dei caratteristici villaggi che Londra ha inglobato, dove una villa può costare 20 milioni di sterline. Gli abitanti di Hampstead hanno un condominio che ne assicura la sicurezza e il quieto vivere.

Il fascino del passato

“La nostra casa assomiglia alla celebre Burgh House, settecentesca dimora che fu anche della figlia di Rudyard Kipling: stessi mattoncini rugginosi, stesse bianche cornici alle finestre, un grande parco paesaggistico tutto intorno”, spiegano i proprietari a Ville&Casali.

Bianco British ad HampsteadL’architetto romano Stefano Dorata, che ne ha curato la ristrutturazione, aggiunge: “Quando abbiamo iniziato i lavori, i livelli erano tre, il piano terra, un primo piano e un sottotetto: seguendo il progetto ne abbiamo ricavato un quarto interrato rendendo l’edificio un vero e proprio “basement” londinese.

Inoltre si è provveduto a scoperchiare una porzione di tetto per creare una sorta di stanza all’aperto arredata, asservita alla suite degli ospiti, che trae ispirazione da quella della Casa-studio per un artista disegnata da Figgini e Pollini in occasione della Triennale milanese del 1933”.

 

British style e modernismo

All’interno si è voluto unire il classico British style con una vena di sorvegliato modernismo che rimanda a certi appartamenti di un altro edificio-icona hampsteadiano: l’Isokon Building di un maestro del funzionalismo inglese, Wells Coates. In tale prospettiva vanno letti i numerosi incroci di simmetrie che orientano la percezione verso fulcri visivi interni, i camini, ed esterni come la grotta d’ombra creata dalle fronde del massiccio acero in giardino. Al medesimo codice estetico si rifanno la pervasiva presenza del bianco a colorare il guscio strutturale ma anche arredi e accessori, le frequenti epifanie del nero “impersonato” in particolare da lampade, tavoli, sedie, guéridon e, soprattutto, dagli artefatti in ferro come il separé nel soggiorno e la balaustra della scala che collega i vari piani: due vere sculture che si richiamano alla imaginerie degli esoscheletri.

Bianco e armonia

Nei vari ambienti della casa, dalle sale giochi per i bambini, sauna e servizi nell’interrato alla sequenza soggiorno, cucina, sala da pranzo al piano terra, fino alla zona notte ai livelli superiori, l’arredamento è scandito da proporzioni armoniose e da simmetriche composizioni di arredi dal segno elegante, molto British, disegnati ad hoc. Contraddetti soltanto dal sornione inserimento di classici del design, come la Barcelona di Mies van der Rohe nel salotto. Al sentimento rassicurante dell’insieme concorrono i tocchi d’arte, per esempio l’opera di Mirò sopra il camino del salotto, e il movimentato verde del parco che le grandi finestre trasportano dentro la casa, fornendogli una suggestiva cornice “bianca”.

 

Testo di MARIELLA GUIDI foto di GIORGIO BARONI

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