Torino: la villa neoclassica dell’architetto Toschi

di Redazione Ville&Casali

poltrone

A Torino c’è una villa molto particolare, non è moderna, ma rispecchia esattamente la fantasia e la personalità di chi l’ha costruita e di chi la vive: Guido Toschi. Nato in questa splendida città piemontese, è sia il proprietario che l’architetto della residenza di 200 metri quadri, costruita su due piani, dal gusto neoclassico.

Il progetto e la personalità dell’architetto piemontese

villa neoclassica

Guido Toschi ha 55 anni e ha iniziato la sua carriera come architetto d’interni nei primi anni Ottanta, appassionandosi, successivamente agli spazi aperti. Da qualche tempo disegna e produce tende e gazebo proprio per i giardini, manufatti artigianali con un gusto antico, esotico e fiabesco, che conciliano perfettamente la sua personale passione per le forme e le suggestioni di tempi remoti, con la necessità di dare vita a coperture funzionali e durevoli, a questo proposito spiega:

Un vero lavoro sartoriale che mi porta a creare delle scenografie per valorizzare gli spazi esterni “.

Facendo un tour nella sua dimora di Torino si ha l’impressione di trovarsi in un club inglese, come fosse un circolo elitario, aperto ad amici stretti. La villa, poco fuori il centro storico della città, fu acquistata dalla sua famiglia negli anni Settanta ed è stata ristrutturata nel 2015 dallo stesso architetto Toschi. L’edificio risale al 1900, in perfetto stile liberty, con facciate che presentano splendidi fregi.

Gli ultimi lavori hanno riguardato la sistemazione funzionale ed estetica: ho ricavato dei bagni e servizi più consoni alle mie esigenze“,

racconta l’architetto a Ville&Casali. Molte delle stanze di questa villa affacciano proprio sul giardino, ma la dimora è silenziosa, immersa in quest’oasi verde. L’architetto ha voluto esaltare l’importanza degli spazi outdoor, richiamando anche internamente i colori naturali attraverso i rivestimenti delle pareti e con la riproduzione di tavole didattiche di Linneo.

L’arredamento della struttura è un miscuglio ben ragionato di pezzi da collezione e mobili di famiglia e il Toschi prosegue:

L’architettura d’interni si richiama allo stile Adam del ‘700, che è fra i miei preferiti. Vi sono mobili dall’aria austera, che mi piace mescolare con altri acquistati nei vari mercati” .

Alle pareti del salotto del pianterreno sono appesi dei Papier-peints Napoleone III e un divano Knole in velluto verde scuro insieme a due poltrone Luigi XV rivestite con tappezzeria dell’epoca. In evidenza un maestoso lampadario di Murano del XVIII secolo.

libreria

Al piano superiore, in una delle stanze vi è una grande libreria bianca, che ospita un camino proprio al centro e ricorda molto lo stile country, esattamente come la piccola sala da pranzo, molto intima, che s’ispira quelle delle case di campagna. L’atmosfera e lo stile inglese prevalgono per tutta la residenza, fino a quando si arriva in bagno, dove il legno verniciato in noce scura delle pareti e la vasca antica con i piedi dorati, mettono in risalto l’amore dell’architetto Toschi nei confronti di tutto ciò che ricorda tempi antichi. Un vecchio mobile da toilette, qui è stato trasformato in un lavabo e sui muri sono appese cornici contenenti fotografie ante Prima Guerra Mondiale, proprio come fosse la stanza di un vecchio ufficiale dell’esercito.

divano

L’illuminazione gioca un ruolo molto particolare in quanto l’architetto torinese non voleva che le luci artificiali fossero troppo forti, evitando di farle contrastare con l’atmosfera creata dall’arredamento generale della residenza: Abat-jour, luci su quadri e indirette, lampadine su cornicioni e armadi. Come precisa Toschi, non voleva che le luminarie ferissero gli occhi, ma piuttosto che li rilassassero. A questo proposito racconta, in conclusione, di un bizzarro episodio capitatogli tempo addietro:

“ Una volta invitai a pranzo degli amici e oltre a disporre luci oche, accesi delle candele sul tavolo e sul balcone. All’improvviso suonò il campa- nello e mi trovai i carabinieri davanti. Qualcuno dei vicini sosteneva che organizzassi messe nere o riti satanici.”

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