La rinascita di una casa del 1669. Soluzioni moderne e originali
Progetto di Enrico Bellotti
Questa è la storia di come una casa del 1669 può rinascere a nuova vita attraverso un attento intervento di restauro.
“Le caratteristiche volte a botte”, spiega l’architetto Enrico Bellotti, “costituivano l’elemento forte dell’intera abitazione: un susseguirsi di curve che si intersecano tra di loro generando geometrie eleganti e sorprendenti”.
Grazie alla lungimiranza dei proprietari che, pur vedendola in uno stato di totale abbandono, ne hanno subito compreso le potenzialità, lo studio BEARprogetti è stato chiamato a rinnovare questi spazi, in passato utilizzati come stalla per il ricovero degli animali. “Un tempo il fulcro di ogni casa era la cucina”, spiega l’architetto, “Abbiamo così pensato ad un luogo dove questa dimensione potesse essere riconquistata, dove sentirsi “in famiglia”.
Per non interrompere la geometria delle volte a botte, la nostra idea è stata quella di disporre la cucina lungo un’unica base a forma di “U”. L’irregolarità dei vecchi muri ha stimolato la ricerca della soluzione più adatta per la realizzazione del piano della cucina affinché si adattasse perfettamente alle tre pareti che presentavano angoli fuori squadra e vari cambi di direzione. La risposta è venuta da un materiale che, all’origine, è fluido: il cemento armato!
“Questo materiale” – egli spiega – “ci avrebbe anche permesso di avere un unico piano privo di giunzioni. Abbiamo così deciso che il piano sarebbe stato gettato sul posto rappresentando il perfetto contrappunto contemporaneo all’antico edificio che lo ospita”.
Al di sopra del piano in cemento solo la cappa, in posizione centrale rispetto a una delle nicchie a volta che intersecano la volta a botte principale.
Il soggiorno ospita un grande divano a C con zona lettura, il mobile TV e il camino, pensato come elemento ultra-moderno in netto contrasto con l’epoca della casa.
Nella sala da pranzo l’intera parete di fondo è caratterizzata da un rivestimento in legno che evidenzia la geometria della volta a botte e massimizza la forza di questo spazio mentre le restanti superfici sono state volutamente concepite libere da ogni decorazione per catalizzare l’attenzione sul grande tavolo centrale in legno e ferro con poltroncine in pelle e sul lampadario realizzato con corna di cervo intrecciate che riempie con la sua presenza tutto lo spazio.
Nelle camere gli armadi su misura sono stati disegnati in funzione dell’altezza della quota d’imposta delle volte per non interromperne la geometria e sulla sommità di questi il sistema di illuminazione indiretta dell’ambiente ci ha permesso di provvedere in modo discreto alla necessità di luce nelle ore serali.
La camera padronale è dotata di bagno a vista mentre per i sanitari è stato ricavato un piccolo spazio separato.
La camera degli ospiti invece è concepita come una piccola “suite spa” con bagno turco privato.
“Abbiamo scelto il legno di abete vecchio per tutti i mobili su misura e per la boiserie, il legno di rovere con spaccature stuccate di nero per i pavimenti e il gres effetto pietra nera per i rivestimenti dei bagni. Tutto il resto dello spazio sarebbe dovuto essere bianco per valorizzare le geometrie, per dare una sensazione di leggerezza a queste strutture imponenti, per massimizzare e facilitare l’ingresso della luce naturale dall’esterno”, dice l’architetto.
Dopo il tramonto, un sistema di lampade custom made alla base delle volte a botte irradia nuova luce sulle superfici sinuose generando inaspettati giochi di ombre e reinventando di nuovo lo spazio.
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