Parquet: differenze tra tipologie e metodi di posa
Il legno è uno dei materiali più utilizzato quando si tratta di costruzioni e arredamento, in quanto le sue caratteristiche principali sono la robustezza e la resistenza, che lo rendono un materiale fondamentale e preferito, da secoli. Oltre a suppellettili e mobilio, questo materiale naturale è anche usato per i rivestimenti delle superfici di bagno e cucina e soprattutto per il pavimento.
Tra le peculiarità di un pavimento in parquet c’è di sicuro l’ottimo isolamento termico, acustico e la resistenza all’usura dovute alla sua durezza che riesce comunque a mantenersi elastica. Il parquet ha una vita lunghissima, non solo ma crea negli ambienti interni un’atmosfera calda e accogliente, restituendo un forte senso di eleganza.
Le tipologie di parquet
Le tipologie di pavimento di parquet sono davvero moltissime, ma le macrocategorie principali sono solamente tre:
- Pavimento in legno massello. Il parquet costituito da questo genere di legno è costituito da un unico blocco unico, viene chiamato “pavimento in legno tradizionale” in quanto fino a poco tempo fa era il solo tipo di pavimento utilizzato ed è sicuramente il più pregiato. Può essere levigato infinite volte, riuscendo a mantenere inalterato il suo aspetto estetico. Le assi del pavimento in massello hanno uno spessore che può variare dai 10 ai 22 millimetri con tutte le essenze di legno, anche se alcune sono più adatte alla realizzazione del pavimento; quelle più “morbide”, come ad esempio l’abete, vengono evitate, in quanto si deformano con maggior facilità. Scegliere per il pavimento in parquet questa tipologia di legno comporta quattro fattori importanti di cui tener conto:
- tempi di posa piuttosto prolungati;
- essiccamento accurato;
- costi maggiori;
- non sempre è adatto per i riscaldamenti da pavimento e per le zone umide della casa.
- Pavimento prefinito. Questo genere di di parquet, nell’ultimo decennio, ha monopolizzato il mercato per un buon 80%. La sua particolarità è di generare pavimentazioni multistrato, riuscendo a coniugare la qualità estetica con delle prestazioni tecniche molto superiori a quelle del più classico legno massello, il tutto a un prezzo davvero competitivo. È una soluzione che offre degli enormi vantaggi in termini di stabilità e che reagisce perfettamente alle variazioni di umidità: questa caratteristica è la conseguenza diretta della sua conformazione in strati differenti, in quanto gli agenti esterni, che irrompono negli strati sottostanti vengono controbilanciati da quello superiore, disposto in modo che le fibre siano perpendicolari alle assi in basso. In questo modo, le forze innescate dall’umidità si annullano. Anche in questo caso ci sono degli accorgimenti da prendere, ma in generale, il pavimento in parquet prefinito ha moltissimi vantaggi, di cui i più importanti sono:
- rapidità di montaggio;
- esteticamente uguale al legno massello;
- economico;
- adatto alla posa sul riscaldamento a pavimenti e a stanze più umide.
- Pavimento laminato. Presenta le stesse venature e il colore del legno, ma le lastre sono solamente stampate. Il cuore di questi listoni sono creati attraverso fibre di legno impastate e incollate tramite resine. Sopra questo strato viene steso un pannello laminato, a base plastica, inferiore a un millimetro, sul quale viene stampata la texture lignea richiesta. Ancora sopra viene posta una pellicola protettiva trasparente, “overlay”, molto resistente ed efficace contro l’usura e i danni. Ultimo strato è quello che viene messo sopra tutti gli altri chiamato “controbilanciatura”. Realizzato in resina, questo materiale serve per prevenire “l’imbarcamento” dei listoni a causa dell’umidità. Anche per quanto riguarda questo genere di pavimentazione ci sono pro e contro da considerare:
- prezzo contenuto
- lunga durata;
- risultato esteti finale poco soddisfacente;
- stabilità e resistenza.
Le pose adatte ai diversi parquet
Passiamo a trattare un argomento correlato, che riguarda i metodi di posa di un pavimento in parquet. L’aspetto principale per questa pratica è il sottofondo, che deve essere sempre liscio, uniforme e pulito. Si possono stendere i sottofondi per la nuova pavimentazione in parquet anche su superfici già esistenti, ma solo se queste sono composte da ceramiche, marmo o pietra. Sarà necessario rendere il piano di posa giusto perché il nuovo pavimento vi si “aggrappi” stabilmente. Anche qui troviamo tre tipologie principali per la posa del pavimento in parquet:
- posa incollata. Ogni elemento viene, appunto, incollato sul piano. Si prepara per il fondo con un collante che va lavorato molte volte. L’altezza di questo collante dipende dalle dimensioni dei pezzi da incollare e va bene anche sui rivestimenti preesistenti. Inoltre, questa tipologia di posa è adatta ad ambienti umidi;
- posa flottante. I listoni vengono appoggiati al fondo, costituito da un materassino isolante, ma vengono fatti aderire tra loro per mezzo di colla vinilica, incastri a secco o ancora, tramite dispositivi meccanici. Anche questa tipologia di posa può essere applicabile su superfici preesistenti che vanno, comunque conservati, oppure se occorre interporre un isolante senza demolire il fondo. La rimozione del parquet, installato con questo genere di posa è piuttosto semplice e rapida;
posa inchiodata. È utilizzata principalmente con il legno massello, ma viene presa poco in considerazione. Molto spesso, infatti, questa pratica viene sostituita dalla colla, in quanto la diffusione dei legni prefiniti è sempre maggiore.
© Riproduzione riservata.