Porte orientali: il valore della tradizione

di Redazione Ville&Casali

Porte orientali

Molte case moderne sono impreziosite da oggetti antichi, spesso da massicce porte orientali. Ma da quali paesi arrivano questi arredi, con quali legni sono realizzati? E con quali decori? Quale storia, insomma, hanno da raccontarci questi mobili così finemente lavorati?

Il Medio Oriente ha una lunga tradizione nella manifattura di porte e la Penisola Arabica, dal Kuwait allo Yemen hanno dato vita ad esempi meravigliosi, che hanno influenzato paesi come l’Africa Orientale e l’India”, afferma Jehan S Rajab autore insieme a Tareq S Rajab del libro “The Carved Wooden Doors of Kuwait, the Gulf &Yemen”, che ci mostra l’ex ambasciatore italiano in Kuwait e in Pakistan, Vincenzo Prati, di cui Ville&Casali pubblica alcuni esemplari di porte antiche, una inserita nel living room della sua casa romana e l’altra nel suo giardino.

Molte porte orientali arrivano in Europa dal Medio Oriente, ma anche dall’India o dall’Indonesia.

Il libro racconta che l’inizio della fine delle porte antiche del Kuwait è giunto tra gli anni cinquanta e Porte orientalisessanta, quando sono state rimosse da vecchi palazzi e vendute per lo più a collezionisti stranieri, che le hanno utilizzate per decorare molte case, soprattutto in Gran Bretagna e Stati Uniti.

Molte di queste porte sono state utilizzate anche come coperture di tavoli su cui è stata poggiata una lastra di vetro trasparente.

Simbolismo delle porte orientali

Le porte decorate, in particolare in Oman e nello Yemen, originariamente avevano un scopo difensivo ed alcune di esse avevano una fenditura in alto, in modo da poter gettare gettare acqua o olio bollente sui nemici. Ma ciò che incuriosisce di più di questi oggetti ricchi di fascino sono le decorazioni.

Per esempio quella dell’albero della vita, che risale al periodo sumero e babilonese e simbolizza la fertilità, la protezione e l’unione del cielo e della terra, il bollitore per il caffè che indica l’ospitalità, la mano di Fatima che simboleggia i cinque precetti dell’Islam: la professione di fede, la preghiera, il digiuno, il pellegrinaggio e la carità. Anche i disegni dell’ananas e del pesce sono considerati un simbolo di fertilità.

Se i simboli e le porte sono nati da abili artigiani del Medio Oriente, il legno spesso è stato importato dall’Estremo Oriente, come per esempio il teak.

Altri legni duri e resistenti utilizzati sono l’acacia e la cordia africana o teak del Sudan, un’essenza che cresce nell’altipiano dello Yemen.

I colori spaziavano dal marrone al beige e anche al color limone chiaro. Alcune porte sono in verde, considerato il colore dell’Islam, e qualche volta in blu, per ricordare il cielo.

Sono tutte da considerarsi oggetti di antiquariato destinati a rivalutarsi nel tempo.

 

 

A cura di MARCELLA GUIDI

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