Ceramica attraverso la storia in mostra a Faenza
Quando si dice ceramica la mente evoca subito l’immagine di antiche fornaci. Luoghi dove sapienti artigiani plasmano vasi, piatti, utensili seguendo tecniche e tradizioni tramandate per secoli.
Una delle eccellenze della produzione italiana, la ceramica mancava, forse, di una visione globale su quello che è stato, nei secoli, l’impatto sul mercato, per definire quali sono state le tendenze che hanno influenzato la produzione nel corso dei secoli.
Una lacuna che viene colmata dalla mostra “Stili di vita europei attraverso la ceramica. Dal Barocco ai giorni nostri” al Museo Internazionale delle Ceramiche di Faenza fino all’11 settembre.
Frutto della collaborazione tra i principali musei dedicati alla ceramica, è una mostra originale che – finalmente – analizza la ceramica da un punto di vista socio antropologico per capire come le forme e i decori della ceramica siano cambiate insieme agli usi e costumi della società e, viceversa, come alcune forme abbiano rivoluzionato modi di vivere che ora ci sembrano normali.
“Per ogni secolo sono stati scelti”, spiega Claudia Casali, direttrice del MIC di Faenza e curatrice, insieme a Valentina Mazzotti, della mostra, “pezzi rappresentativi ad illustrare una storia non solo ceramica ma ricca anche di spunti socio-antropologici. ‘Leggere’ l’evoluzione dei manufatti in termini di forme, decorazioni, funzionalità significa comprendere il progresso, il miglioramento, la crescita di una Nazione”.
La mostra inizia con il periodo Barocco proprio da Faenza che, nel Seicento, diventò il punto di riferimento per la ceramica in tutta Europa tanto che, con i suoi Bianchi, fece stile fino a fare diventare Faïence sinonimo di maiolica.
Poi, ancora, la ceramica diventa un racconto delle abitudini alimentari.
In mostra i servizi legati alla diffusione in Europa di bevande “esotiche” come il caffè e la cioccolata che diventarono di gran moda e status symbol di raffinatezza delle classi più ricche nel Settecento.
Dal secondo dopoguerra è strumento di sviluppo sociale quando in tutta Europa si diffonde a livello popolare l’uso della piastrella industriale nei bagni e nelle cucine, rendendoli più igienici. E diventa materiale di studio per lo sviluppo umano e scientifico nella ricerca biomedica, aereo spaziale ed elettromeccanica.
E, ancora, la mostra racconta l’evoluzione del gusto e il susseguirsi degli stili legati alla storia dell’arte. Dall’ottocentesco gusto per i “revival storici” e i decori neo-rococò, rinascimentali e orientaleggianti, soprattutto giapponesi, fino al Novecento quando si diffondono l’Art Nouveau, il Déco e quando nasce il design insieme alle grandi manifatture: Gio Ponti per Richard Ginori in Italia, Rosenthal in Germania.
Fino a quando, in pieno XX secolo, si diffonde l’idea che la ceramica possa essere elevata a mezzo espressivo scultoreo.
La ceramica oggi
«Oggi l’industria italiana della ceramica è per tradizione il motore pulsante del mercato, con il 70% della produzione e un dominio assoluto nell’identificazione e diffusione dei nuovi trend”, dichiara Franco Manfredini, ex presidente di Confindustria Ceramica, presidente e amministratore delegato del gruppo Casalgrande Padana.
“Le nostre aziende sono state le prime a diffondere la cultura della ceramica all’interno delle abitazioni, a inventare nuove tecniche di lavorazione e, successivamente, a diffondere le piastrelle al di fuori degli ambienti tradizionali», precisa Manfredini.
Sempre maggiore attenzione, poi, è riservata al connubio tra design e ceramica, come dimostra il successo del concorso “La ceramica e il progetto”, di Confindustria Ceramica, giunto alla quinta edizione.
Oggi il trend del decoro va verso nuove combinazioni cromatiche, come le sfumature pastello dei toni del verde, dal perlato al turchese, al petrolio – che ben si adattano anche agli spazi living – fino a nuove texture e pattern che ricordano le coloratissime ceramiche di Positano: un mix tra segno pulito, minimal e l’artigianalità che da sempre contraddistingue la tradizione del Made in Italy.
Dicevamo, infatti, della ceramica tradizionale, quella portata avanti dalle piccole aziende a conduzione familiare. Ebbene, come per le altre arti, essa rispecchia una pluralità di esperienze e di culture che hanno contribuito alla creazione di grandi tradizioni in molti paesi e città della penisola.
Ancora oggi in diverse parti d’Italia le antiche tradizioni,come ad esempio quella etrusca dei buccheri, vengono proseguite e valorizzate. Artigiani e artisti della ceramica da un lato forgiano le loro creazioni usando metodi del passato, ma non mancano di attualizzare la produzione, seguendo anche le tendenze del momento, come ad esempio quella dei decori “unici”: servizi di piatti e bicchieri in cui ogni pezzo è diverso dall’altro.
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A cura di Francesca Pierpaoli
© Foto di MIC Faenza
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