Arredo Vintage: arredare con il colore

di Redazione Ville&Casali

Arredo Vintage

Se si pensa che una piccola cabina-armadio sia la soluzione migliore per riporre cappotti, giacche e impermeabili degli ospiti forse non si ha bisogno di uno Shangai o di un Cactus ma di sicuro si è animati da un gusto per il vintage molto interessante. Ma se si pensa che un semplice appendiabiti possa trasformare il proprio ingresso facendolo diventare protagonista di un arredo vintage, originale e divertente, sono due gli oggetti da considerare.

Progetti che vengono da lontano

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Lo Shangai, progettato nel 1979 da un tris di grandi firme del design (De Pas, D’Urbino e Lomazzi) è un singolare appendiabiti richiudibile, realizzato con otto assi di legno di faggio collegate ad un fulcro centrale in acciaio, che ne consente l’apertura – quando richiesta – come un petalo di fiore, senza alcuno sforzo manuale, assumendo una posizione stabile sul pavimento e pronto ad ospitare abiti fino a 100 kg di peso.

È disponibile anche con finitura nero laccato, in alternativa al legno naturale, e ovviamente si ispira all’antico gioco cinese dei bastoncini a doppia punta, che vengono lasciati cadere su un tavolo per formare una composizione casuale per essere poi recuperati uno ad uno senza movimenti apparenti. Vinse il Compasso d’Oro nel 1980.

Cactus: meraviglia d’arredo vintage

Senz’altro più vistoso ma non meno divertente, il Cactus non lascia spazio all’immaginazione poiché rispetta in pieno la forma di una pianta grassa che tutti conoscono, in questo caso alta un metro e novanta, realizzata in plastica semirigida in colorazioni decisamente vivaci, fortunatamente senza spine e senza bisogno di annaffiature.

La prima uscita ufficiale del Cactus avvenne al MoMA di New York nella mostra del ’72 “The New Domestic Landscape” che celebrava la nascita e l’affermazione della Pop Art, e fu molto ammirato dal grande pubblico e dagli artisti presenti, fino alla definitiva consacrazione di icona dell’arredamento anni ’70.

Il progetto nasceva in Italia dai designer Guido Drocco e Franco Mello per Gufram, azienda all’avanguardia nella lavorazione della plastica, nata nel 1966 e famosa anche per la realizzazione del divano “Bocca”, ispirato a Marylin Monroe.

Ora et labora

arredo vintage -calendario

La visualizzazione delle ore e dei giorni dell’anno ha sempre rappresentato per i designer una sfida appassionante, basti pensare alle innumerevoli forme di orologi e calendari che esistono al mondo.

Eppure solo pochi oggetti hanno superato i limiti di una banalità che troppo spesso si riscontra negli strumenti destinati a misurare il tempo. Uno di questi è il famoso calendario perpetuo da tavolo Timor, disegnato da Enzo Mari nel 1967 ispirandosi ai segnali ferroviari e messo in produzione con successo da Danese.

La base del calendario è asimmetrica per bilanciare meglio il peso ed è in ABS stampato. Le fascette che indicano i giorni del mese e della settimana sono in PVC litografato, per una durata pressoché eterna e senza rischi di opacizzazione. Ovviamente bisogna ricordarsi di spostare manualmente le fascette ma questo potrebbe essere un falso problema se si possiede una sveglia al quarzo che ci ricorda l’orario.

Comunque il Timor, per grafica e funzionalità, è un oggetto da disporre sulla scrivania da lavoro, anche per dare un tocco rétro allo scandire del tempo in un’epoca dominata da oggetti digitali, precisissimi per indicare l’ora ma che di fascino ne hanno davvero poco. È disponibile in quattro lingue: italiano, francese, tedesco, spagnolo.

Aria di New York

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Marco Zanuso non immaginava di certo che una sua creatura – il ventilatore Ariante – progettato nel lontano 1973 sarebbe stata insignita ben sei anni dopo (nel 1979) del Compasso d’Oro prestigioso riconoscimento al design.

L’Ariante è un ventilatore da tavolo di forma rigorosa, con una ventola a tre pale dello stesso colore dello chassis, che ricorda per funzionalità (e spinta dell’aria) un’elica di un piroscafo. Il successo (postumo) arride ancora adesso a questo formidabile oggetto per la casa, nato per essere funzionale, ma anche facilmente riconoscibile.

L’azienda Vortice, che attualmente lo produce in diverse varianti di colore, ringrazia. Anche perché – udite udite – è inserito per la sua eleganza senza tempo nella collezione permanente del MoMA di New York.

E scusate se è poco!

Un sacco troppo bello

Verso la fine degli anni ’60 una buffa poltrona a sacco dall’estetica indefinibile diventa protagonista di caroselli pubblicitari e poi – negli anni ’80 – di film comici di grande successo in Italia, con Giandomenico Fracchia (alias Paolo Villaggio) che nel sedersi cercava goffamente di assumere una postura eretta davanti al suo datore di lavoro. La “poltrona” era il famoso Sacco di Zanotta, progettata da tre arditi designer dell’epoca, Gatti, Paolini, Teodoro, che mai avrebbero scommesso sul successo planetario della loro informe creatura.

Nel 1968, Sacco viene esposto al Salone del Mobile di Parigi, nell’anno successivo arriva alla cinquina finale del Compasso d’Oro e manca la vittoria per due voti. Nel 1970 viene esposto alla Triennale di Milano ed al MoMA di New York, nella collezione permanente dedicata alla Pop Art. Nel 1971 viene richiesto dal Victoria&Albert Museum di Londra, in rappresentanza del design italiano d’avanguardia.

Chi l’avrebbe mai detto che si sarebbero aperte le porte per un successo così inaspettato? In fondo si tratta “solo” di un grande e morbido sacco, disponibile in diversi colori e materiali di rivestimento (anche sfoderabile e per uso esterno), parzialmente riempito di palline di polistirolo espanso, capaci di adattarsi alla forma ed alle dimensioni del corpo umano, fasciandolo e contenendolo anche a pochi centimetri da terra.

Unico consiglio, da piazzare nel salone o nella camera dei ragazzi solo se NON si hanno animali in casa. Una piccola lacerazione del tessuto potrebbe fare impazzire per due giorni, alla raccolta di palline in giro dappertutto, che si muovono all’impazzata con piccoli spostamenti d’aria. Ma proprio per questi motivi Sacco è un complemento d’arredo vintage, unico e insostituibile, pratico e divertente. Basta non forarlo!

I PREZZI IN EURO

  • SHANGAI di Zanotta: 584
  • CACTUS di Gufram: 8.000
  • TIMOR di Danese: 115
  • ARIANTE/ZANUSO di Vortice: 100-150
  • SACCO di Zanotta: da 250 a 850

a cura di Paolo De Pretis

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