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L’EDITORIALE
Le ispirazioni degli architetti
Cosa ispira gli architetti quando si apprestano a realizzare un progetto per i loro clienti? A questa domanda che Ville&Casali ha posto a una quindicina di progettisti che presentano i loro lavori in questo numero di Architetti le risposte sono state diverse, ma quasi tutte hanno sottolineato le esigenze manifestate dai loro clienti. Ciò può sembrare ovvio, anche se talvolta i proprietari lasciano all’architetto carta bianca. In genere, infatti, l’architetto viene scelto proprio per il suo stile e quindi chi si mette nelle sue mani intuisce già il punto di arrivo. La fase di realizzazione del progetto, tuttavia, presenta spesso ostacoli da superare e il dialogo con il committente è indispensabile per giungere in sintonia alla meta. Per Giusppe Milizia e Angelo Lo Martire sono i grandi architetti, come Le Corbusier e Mies van der Rohe, le grandi muse. Per Gabriella Stefanelli “l’ispirazione nasce da una mente libera, dall’ascolto del silenzio, dalla calma, dalla buona musica, dalle giornate di pioggia o di sole meraviglioso. L’ispirazione è anima, basta semplicemente ascoltarsi”.
Per Caterina Marazzi e Luca Miserocchi dello studio META,“ una casa deve portare serenità ed equilibrio”. Concetto condiviso da Jacopo Muzio. “L’architettura – spiegano Donato Riviello e Valeria Zicarelli – per noi è la base, cerchiamo di realizzare qualcosa di bello, ma niente può essere bello se non è funzionale”. Marco Carini aggiunge:“La passione per la luce e le sue forme mi porta a cercare un dialogo continuo tra grazia ed equilibrio, senza dimenticare un tocco di ironia”. Di parere simile Luca Caprioli che commenta: “Nei miei lavori sono alla ricerca di luce e di spazio. Questa è la mia costante riflessione sull’architettura e il mantra che accompagna la mia progettazione”. L’ingegnere Mario Dal Molin afferma: “Nei miei lavori mi ispiro alle tradizioni costruttive e allo stile locale. Mi piace progettare innovando il design dei volumi, studiare il rapporto vuoto/pieno e l’alternanza luci e ombre”.
Enrico Bellotti chiosa: “Viviamo in un mondo dove ogni cosa racconta una storia. Ogni spunto è motivo di approfondimento. Alimentiamo l’archivio delle idee ogni giorno e lo consultiamo per ogni progetto per interpretare con freschezza le diverse necessità”. E Luigi Smecca conclude: “Le realizzazioni finali sono tutte eterogenee e, sebbene contengano uno stile personale che mi contraddistingue, rappresentano sempre il gusto e le esigenze della committenza”. Infine, Alessandro Palladino afferma che l’architetto deve avere la capacità di un camaleonte per assecondare le esigenze del cliente e per trasmettergli uno stile.
Pubblicazione abbinata a Ville&Casali di Marzo
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