Una casa vintage alle pendici dell’Etna

di Chantal Hintze

Una casa vintage alle pendici dell’Etna

Carla e Simone scoprono il valore degli oggetti di seconda mano dopo un furto e sposano un nuova filosofia del design. Creando una casa vintage ai piedi dell’Etna.

Ricordi e oggetti che creano una sinfonia

[penci_blockquote style=”style-2″ align=”none” author=”Carla, proprietaria della casa vintage”]Tentare di descrivere questa casa è come parlare delle mie gambe. Se dovessi dire delle tue, cosa potresti raccontare?[/penci_blockquote]

Carla, di professione editore, pone questa domanda mentre passeggia tra gli ulivi che circondano la sua casa. Tra le foglie degli alberi si intravedono strisce di azzurro create dal mare che tocca l’orizzonte. Se ci si volta si scorge la vetta del “Grande Etna”, come Carla amabilmente chiama questo vulcano imponente, che domina la Sicilia e la sua casa.

“Questo posto è semplicemente una parte di me”, conclude, ma questa non è tutta la storia.

Una casa vintage alle pendici dell’Etna

Rientrata in casa con un mazzo di fiori e rami verdi raccolti nel suo giardino, Carla comincia a scavare in due decenni di ricordi, tutti legati alla sua vecchia casa di campagna siciliana.

[penci_blockquote style=”style-2″ align=”none” author=”Carla, proprietaria, di professione editore”]In passato era un palmento, ma la vigna è stata sostituita da un uliveto quando abbiamo acquistato la tenuta nel 1995. All’inizio soltanto una parte degli immobili era abitabile, mentre le altre parti erano prossime al collasso. [/penci_blockquote]

Appena sposati e alla ricerca di una casa per la famiglia, Carla e il marito Simone, improvvisamente si sono innamorati di un gruppo di case contadine infestate dall’edera a Santa Venerina, a pochi passi da Catania.

Ma ciò non li scoraggiò. Avendo trovato la casa dei propri sogni e non avendo fretta, hanno fatto crescere l’abitazione con la famiglia. “Avremmo rinnovato le parti che man mano ci sarebbero servite”, aggiunge Carla, mentre si ferma per sistemare la composizione floreale. Così la casa è diventata una collezione di oggetti vintage, messi insieme come in una sinfonia.

Un furto e poi una nuova visione dell’interior design

[penci_blockquote style=”style-2″ align=”none” author=”Carla, proprietaria, di professione editore”]Ho cercato di ricordare come si è sviluppato il mio stile, perché mentre le parole vintage e di seconda mano oggi sono sulle bocche di tutti, a quel tempo non si sentivano o venivano considerate male nella Sicilia di venti anni fa. Avevamo arredato la casa con oggetti importanti e antichi, ma tre anni dopo ci hanno fatto visita i ladri. Tutto era stato rubato, mobili, tappeti…tutto. È stato uno shock tremendo.[/penci_blockquote]

In seguito a questo spiacevole eventi, è giunto il momento in cui Carla ha ridefinito i suoi valori e la sua visione dell’interior design.

Una casa vintage alle pendici dell’Etna

Successivamente ha capito, con sua grande sorpresa, che tutto ciò che aveva perso le aveva permesso di guadagnare un nuovo approccio alla vita. “All’improvviso ho capito che ciò che interessa, per esempio la gioielleria, non è importante; che il mobilio si può rimpiazzare; che la famiglia è la cosa più importante della vita”, afferma, mentre getta lo sguardo sul figlio Giuseppe e sulla figlia Vittoria che si sono aggiunti alla conversazione. Allora non erano nati, ma sono cresciuti in una casa che, in seguito al furto, ha cambiato passo e dove “si vive come se dovessimo ricominciare”.

Verso il vintage: passione e creatività

Riluttante a ricreare una copia di ciò che aveva perso e non più disponibile a spendere molto per arredare la casa, Carla si è rivolta ai mercati delle pulci. “Tutt’oggi a volte dico grazie ai ladri che mi hanno aperto gli occhi e fatto scoprire un mondo che non immaginavo: il mondo degli oggetti di seconda mano”, e sorride. “Ho scoperto quanto fosse divertente cercare tesori a basso prezzo tanto che il vintage è diventato la mia passione”.

Negli anni successivi, Carla è diventata esperta nello scoprire oggetti belli e con un buon potenziale e così ha sviluppato la propria filosofia di design. Una vecchia porta del garage? Un’idea per un grande tavolo! Un albero di mandarino secco in giardino? Una base di una console per continuare a vivere e ricordare i frutti che dava un tempo. E che dire dell’elegante divano curvato abbandonato sulla strada? Un pò di tessuto toile de jouy e tutti gli amici ne parlano. E mentre altri scorgono delle imperfezioni, Carla vede un’opportunità per possedere un pezzo unico, come è il caso della lampada Pistillo i cui pomi hanno perso la copertura classica di argento per mostrare lo strato sottostante in beige.

Una casa vintage alle pendici dell’Etna

“È vero che all’inizio ho pensato che i ladri potessero tornare, forse lo hanno fatto e lasciato perdere non avendo trovato nulla di attraente tra gli oggetti di seconda mano, come gli amici che hanno storto il naso alla vista delle mie scelte”, continua Carla sorridendo, sapendo bene che gli stessi amici ora si rivolgono a lei per consigli sullo stile. “L’attitudine verso le cose di seconda mano è definitivamente mutata e oggi questo stile non sorprende nessuno, mentre un tempo sono stata una specie di pioniere”.

Un’armonia di tesori vecchi e nuovi

Un’unione armoniosa tra il vintage e il contemporaneo, il tradizionale e il tribale, l’interior di questa antica casa di campagna esprime lo spirito avventuroso di Carla, ma sono le tonalità naturali che misurano la profonda consapevolezza acquisita nel momento della crisi. “Sono definitivamente diventata una persona più semplice grazie a quanto successo”, ammette. Dopo venti anni di tentativi premurosi per riportare la vecchia casa di campagna in vita e riempirla con tesori vecchi e nuovi, può non apparire una dimora semplice. Alcuni potrebbero perfino definirla lussuosa. Ma nella sua immagine, perfettamente concepita, si trova ciò che Carla e Simone hanno voluto creare: una casa familiare.

Oggi due dei tre ragazzi stanno per entrare nel mondo degli adulti e certamente ricorderanno questo posto come le proprie fondamenta, proprio come lo sono le gambe del nostro corpo. E dovunque andranno è questo luogo che avranno in mente quando penseranno alla loro casa, così come Laura Ingall Wilder ha detto: “Casa è la parola più bella che ci sia”.

Foto Renee Frinking 

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