In Friuli è nata una nuova produzione di vino: il Picolit
Dieci ettari di vigneti in una delle zone più impervie del Friuli Venezia Giulia. Siamo a Ramandolo, non lontani dai confini di Austria e Slovenia.
Un territorio ricco di acqua risorgiva in cui fare il vino è una vera attività fisica: si vendemmia in salita, protetti dal maestoso Monte del Bernadia che affianca la vigna e ripara dai monti freddi del nord. È proprio qui che Giovanni Dri ha voluto credere profondamente nel territorio, costruendo la sua cantina, il Roncat, luogo che ama definire come la sua “capanna”.
L’ho sognata per anni perché l’avevo nel cuore.
– racconta Dri. Un suo progetto, perché Giovanni voleva fare l’architetto. E aggiunge:
È stata ricostruita dopo il terremoto del 1976 che ci aveva messo a terra: ho dovuto pensarla tutta su di un piano perché sotto ci sono le acque risorgive. È ampia, circa tre volte più grande rispetto alle altre cantine. Qui il vino rimane a riposare tre anni, prima di arrivare sulla tavola.
Dopo averlo lavorato in modo tradizionale. Spiega Giovanni Dri:
Non amo gli artifici e l’appassimento. Non si può forzare in una settimana ciò che la natura fa in un mese.
Una delle grandi passioni di Giovanni Dri è il Picolit: un vino pregiato, dolce ed espressivo, aromatico e floreale, rotondo e pastoso al tatto, che nasce da un vitigno autoctono antico che cresce solo nei colli orientali del Friuli, come evidenziano le migliori guide enologiche del mondo.
Un vino da meditazione, ideale con il dessert, nel quale Dri ha creduto sin dagli anni ’90, tanto da portarlo come compagno di viaggio a New York e a Stoccolma. E continua a raccontare:
Ero partito con poche cose dalla campagna, non sapevo la lingua, ma il Picolit parlava da solo.
Tanto da essere inserito nella Wine list al Four Season’s di New York, a fianco dei vini più prestigiosi del mondo. Un vino eloquente che oggi Dri ama definire ‘una top model alta, elegante, fragile ed eterea…quasi soprannaturale’.
È un’uva delicata, raccolta a mano, in cui gli acini vengono selezionati, e in cui concentra naturalmente forti aromi, sapori e acidità. Un condensato pregiato di bontà e delicatezza che, in realtà, nasce da un aborto floreale. Pochi acini per grappolo e pochi grappoli.
L’acino non deve perdere acidità e non deve essere troppo stucchevole: io curo la vite direttamente nel vigneto, per salvaguardare questi pochi grappoli dall’attacco continuo dei parassiti in modo da portarlo alla vendemmia.
Una gran passione per la natura e la vite, uno sforzo continuo per raggiungere la massima qualità, perché per Dri i suoi vini sono sempre “imperfetti”, anche se è andato in Napa Valley per capire come si produce e si vende un vino di eccellenza.
E ora matura un progetto: catalogare e conservare alcune bottiglie, perché un giorno i vini di qualità invecchiati avranno un grande valore. Con questa scommessa, lasciamo la sua cantina, inondati dal profumo del Picolit che sta terminando la sua fermentazione, pronto per l’affinamento in barrique.
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