Design e sostenibilità, la sfida di Nichetto e il processo di Upcycling
C’è un nuovo modo di approcciare al design sostenibile, è quello di Luca Nicchetto, classe 1976, specializzato nel design del prodotto e con una passione per la cultura dell’artigianato. Il progettista è sempre molto attento al dettaglio e crede di non avere uno stile ben definito, anzi afferma:
“Personalmente parlerei di approccio, lo stile è una definizione data da chi osserva e giudica i miei prodotti, miro sempre a valorizzare i processi produttivi dell’azienda. Mi piace ricordare una frase di Magistretti che inquadra benissimo la mia filosofia: il designer è il padre del prodotto, l’azienda è la madre. Il frutto della loro sinergia, il figlio, è il prodotto! Quale similitudine migliore per descrivere il rapporto designer-azienda?”
Eclettico e sempre aperto a nuove sfide, il designer veneto, mira a trovare il giusto equilibrio tra funzionalità ed estetica; già da molti anni lavora con un’importante azienda svedese specializzata nella progettazione di mobili e sedute dal design ergonomico e molto moderno, leader a livello internazionale e spiega a Ville&Casali:
“Appena ho iniziato a lavorare con questa bellissima azienda, mi si è aperto un mondo, legato a una coscienza ambientale che in Italia non avevo considerato. Infatti, in Svezia si lavora in modo diverso, più consapevole: mentre si progetta si pensa anche ai materiali, alla finitura, al ciclo dell’imballaggio e il tutto non deve avere impatto sull’ambiente. Ciò ha inevitabilmente arricchito le mie “corde” professionali e il mio modo di fare design.”
Phoenix, prodotto dal designer italiano per l’azienda svedese, ha una vera e propria storia di produzione alle spalle, che prescinde dal suo aspetto estetico. È stato creato un processo di Upcycling per il quale, se un giorno gli acquirenti di Phoenix decidano di rinnovare la finitura o alcuni degli elementi strutturali che lo compongono, il prodotto può essere restituito all’azienda, a seconda dello stato di usura, che verrà rifoderato e riutilizzato, oppure scomposto e riciclato. Questa filiera è molto importante per l’azienda, che in questo modo riesce ad avere un controllo totale sulle risorse e sui costi, fattore davvero fondamentale, soprattutto considerato il sistema industriale odierno.
“È stata un’esperienza fantastica lavorare con materiali facili da riciclare. Phoenix ha un esoscheletro in alluminio che deriva da scarti di lavorazione, è proprio come una Fenice che risorge dalle ceneri!”
– commenta il designer Nichetto, che continua, sostenendo che il sistema design come lo conosciamo oggi sta definitivamente morendo e che si sta, con sempre maggior frequenza, assistendo a una diffusione di tendenza verso l’autoproduzione, la design art e altre forme di progettazione, alternative al design industriale.
È con l’entusiasmo che contraddistingue che il designer veneto Nichetto si prepara ad affrontare nuove sfide e conclude affermando:
“Noi dobbiamo reagire ai nuovi input, anche se il nostro sistema nazionale è intasato, ogni cambiamento porta a un insegnamento: il turn over sarà indubbiamente interessante. Ne vedremo delle belle: internet non ha ancora espresso totalmente le potenzialità del suo mezzo”
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