Gianni Zonin investe in Puglia

di Redazione Ville&Casali

Gianni Zonin investe in Puglia

Gianni Zonin ha deciso di investire in Puglia, puntando sul Salento e acquistando la Masseria Altemura. Un progetto che è partito negli anni Novanta e che si è concretizzato il 13 ottobre scorso, quando è stata ufficialmente inaugurata la cantina, improntata ai canoni della bioarchitettura. Masseria Altemura è compresa nel territorio di produzione della DOC Primitivo di Manduria, un terroir tra i più vocati alla vitivinicoltura in Italia. Andrea Bacci, medico di Papa Sisto V ed esperto di vini, definì questo terreno nel 500 “sassoso e condizionato dalla feconda aura marittima”. Una scommessa, quindi, che Zonin ha compiuto con l’acquisto della terra dodici anni fa e che ha aggiunto ad analoghi investimenti in altre regioni italiane e negli Stati Uniti.

“Io credo che la terra”, ha spiegato Zonin, “sia come l’oro”. Il suo valore rimane stabile nel tempo. Affascinato dalle Masserie, ma anche dai vitigni tipici del luogo, Gianni Zonin ha ricordato di avere trovato un terroir eccezionale, collocato fra due mari, l’Adrianico e lo Jonio, i cui venti consentono alle uve di maturare bene. Inoltre, la fertilità della terra e l’abbondanza d’acqua lo hanno convinto che l’investimento fosse giusto per produrre vini mediterranei di grande personalità. Sono oltre 320 gli ettari totali della tenuta, 130 a vigneto che diventeranno 150 a breve, e 40 ad oliveto. A partire dal 2000 sono stati messi a dimora i filari delle migliori varietà autoctone, secondo una filosofia pienamente ecosostenibile. Affiancano le viti in perfetta geometria ulivi secolari delle cultivar tradizionali pugliesi Leccina, Ogliarola e Croatina.

La famiglia Zonin poi produce anche il Negroamaro, un altro vitigno autoctono di richiamo internazionale. Un altro vino di qualità che esprime il calore della terra salentina con sfumature sensoriali di rosa, di fragole in confettura, di rosmarino. Un altro rosso straordinario, prodotto dalla Masseria Altemura, con la collaborazione di due enologi, Stefano Ferrante e Antonio Cavallo, e l’agronomo Carlo De Biasi, è l’Aglianico. Un vino con note aromatiche complesse, che rimandano anche al cuoio e al caffè.

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