Montalcino e il suo Brunello
A Montalcino, in un angolo di quello che una volta era conosciuto col nome di Granducato di Toscana, c’è la zona dei produttori del Brunello di Montalcino. Ventiquattromila ettari di vigne che si snodano in un incantevole susseguirsi di geometrie cromatiche, intercalate da pascoli, immensi campi di girasoli, oliveti e boschi fitti di verdi intensi lecci. Il territorio sembra quasi un cerchio nel quale il tempo ha disegnato le aziende vinicole di Montalcino, tutte magnificamente inserite nella bellezza del paesaggio, e tutte disponibili all’opportunità di piacevoli itinerari enoturistici.
Abbiamo scelto quattro cantine di Montalcino, alcune emergenti, altre storiche; cantine perfettamente attrezzate, custodi dei segreti dell’antica tradizione del Brunello di Montalcino, primo vino italiano ad ottenere il pregiato marchio D.O.C.G (denominazione di origine controllata e garantita) e poco dopo quello D.O.C (denominazione di origine controllata), che si accompagna bene con carni rosse, cacciagione, arrosti, ottimo con formaggi come il parmigiano-Reggiano e il pecorino toscano.
Poco lontano dal borgo medievale di Trequanda, la fattoria di Donatella Cinelli Colombini è forte di una tradizione di famiglia e di un team tutto al femminile. La Tinaia Del Vento è immersa nei vigneti del Casato Prime Donne e coniuga natura e tecnologia. E’ aperta su tre lati per ossigenare naturalmente il mosto durante la vinificazione come nelle antiche cantine dove, soffitti molto alti e porte grandi assicuravano un completo ricambio d’aria. La giovane e dinamica enologa Barbara Magnani, responsabile delle cantine dal 2000, sta sviluppando un progetto legato al valore autoctono della vinificazione: “Un lievito selezionato direttamente dalle uve dei nostri vigneti e una cantina che agevoli il suo sviluppo e il pieno rapporto che il lievito e l’uva devono avere con il territorio. Le nostre sperimentazioni vanno avanti ad ogni vendemmia e il progetto prevede di arrivare a vinificare tutto il Sangiovese con lieviti autoctoni, completa espressione di un territorio ricchissimo”.
Poco oltre, nel quadrante nord-occidentale di Montalcino, ad una altezza di 450 metri si staglia contro il cielo il Castello Romitorio, con mura imponenti e una intrinseca vocazione per l’arte. E’ il podere del maestro Sandro Chia che, coniugando l’interesse per il vino di qualità con quello per l’arte, ha attuato un progetto che li riunisse in un’unica situazione. Il castello, acquistato nel 1984, è stato oggetto di molti restauri, mentre la tenuta si è sviluppata attraverso l’impianto di ottimi vigneti. “Creo vini con la stessa passione con la quale dipingo. Si tratta di una sorta di devozione, di un sacrificio che apporta i massimi risultati”, afferma Chia. Con la vendemmia del 2006 il castello Romitorio ha battezzato la nuova cantina dell’azienda, un gioiello di 3000 mq, fornito di tutte le innovazioni tecnologiche, impreziosito da opere dell’artista.
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Spostandoci più a sud di Montalcino si arriva alla tenuta di Villa a Tolli, un antico Borgo di origini etrusche di alto valore storico, architettonico e paesaggistico. Tollee’ è una parola che in etrusco significa luogo elevato. Risalente al 1200, è situato sull’antica strada romana che dalla Toscana del nord conduceva all’Abbazia di Sant’Antimo, per poi proseguire per Saturnia. Il cuore dell’azienda, circondato da vigneti e oliveti, si snoda tra bellissimi boschi di querce, lecci e pinete con antichi sentieri per passeggiare a piedi o in mountain bike. Il borgo è mirabile esempio di architettura rurale, spontanea e comprende antiche case coloniche (adibite ad agriturismo), stalle, cantinette e vecchi fienili. Qui si produce il Brunello di Montalcino, il Rosso, e un ottimo olio in quantità limitata.
Di stampo diverso è l’azienda agricola di Castiglion del Bosco, dominata dalle vestigia di un castello edificato alla fine del XII secolo. La tenuta si sviluppa su 1.800 ettari di bosco, prati, vigne e uliveti, e con i suoi 50 ettari di vigneto è tra le più grandi aziende produttrici di Brunello. Il progetto enologico di Castiglion del Bosco è seguito dall’enologa Cecilia Leoneschi, che fin dal 2003 partecipa al progetto di costruzione della nuova cantina della tenuta (quasi 3.700 mq), nella quale viene prodotto il rinomato Brunello Campo del Drago, un vino armonioso nel quale spiccano note tostate, tipiche dell’utilizzo di barrique, con una struttura ampia caratteristica del sangiovese coltivato dall’azienda. Frutto di una terra selvaggia e di un equilibrio naturale fuori dal comune, questo vino nobile ed energico continua a riscuotere successi in tutto il mondo e attrarre grandi capitali sollecitando nuove sfide imprenditoriali.
Da non perdere a Montalcino
Fattoria del Colle, agriturismo, loc. Il Colle, Trequanda, tel +39 0577.662108 fax; +39 0577.662202; info@cinellicolombini.it
Il Casato Prime Donne, loc. Podere Casato 17, Montalcino, www.cinellicolombini.it; casato@cinellicolombini.it
Borgo Villa a Tolli, Località Villa a Tolli, 60 Montalcino, tel/fax +39 0577.848498 339 2325727, www.villaatolli.it; welcome@villaatolli.it
Castello Romitorio, loc. Romitorio 279, Montalcino, tel +39 0577.847212 www.castelloromitorio.com; info@castelloromitorio.com
Castiglion Del Bosco, tel. +39 0577.1913125 www.castigliondelbosco.com; reservation@castigliondelbosco.com
Ristorante Poggio Antico Loc. I Poggi, Montalcino, tel. 0577.849200; Ristorante Boccon Di Vino Montalcino, tel 0577.848233
Arte e Cultura a Montalcino
La possente rocca trecentesca, costruita dai senesi, domina Montalcino e fu teatro dell’ultimo scontro tra i senesi e le truppe imperiali di Carlo V. Oggi è divenuta un’enoteca, dove si possono degustare pregiati vini con gli ossi di morto, il dolce tipico montalcinese ideale da attingere nel Moscatello. Caratteristici gli stretti vicoli, tra piccole botteghe artigiane, bar-caffè e negozi di prodotti tipici locali. Meritano una visita il Palazzo Comunale romanico-gotico, il Palazzo Vescovile che ospita il Museo Diocesano, il Museo Civico e il Museo Archeologico e le Chiese di Sant’Egidio e San Francesco.
Da vedere è anche la grande Abbazia di Sant’Antimo, posta poco fuori dal paese in una vallata, tipico esempio di architettura romanica, dove le varie funzioni vengono celebrate con canti gregoriani. Fu fondata da Carlo Magno nel 781, costruita in travertino, con le decorazioni architettoniche in onice (numerose sono in zona le cave di onice e alabastro). L’inventore del Brunello di Montalcino fu Ferruccio Biondi-Santi che, intorno alla metà dell’Ottocento, cominciò a produrre un vino a base di solo Sangiovese, abbandonando le altre uve. Ancora oggi, per la sua produzione, viene seguito un preciso e severo iter, che fissa i limiti di resa ad ettaro e il periodo di invecchiamento.
Testo e foto di Francesca Anichini e Betty Colombo
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